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Esercizi
12 Marzo 2016

Meditare giocando: divertiti a sviluppare il chiaro pensiero

Luca Girolimetto chiaro pensiero, gioco, meditazione Leave a Comment
meditare

Benvenuto viandante, se la parola meditare ti spaventa o ti fa storcere il naso, allora questo articolo potrebbe fare per te. La mia intenzione infatti è quella di fornirti un paio di spunti pratici e divertenti per cominciare a giocare con la meditazione.

Se non sei ancora fuggito, ho buone speranze che tu mi possa far compagnia fino alla fine dell’articolo. Affinché questa speranza possa trasformarsi in realtà, salterò dunque tutta la parte filosofica della meditazione. Partiamo dunque con la prima regola del gioco.

Definire l’obiettivo

Come per tutte le azioni, per quanto piccole esse siano, anche per iniziare la meditazione è necessario mettere in moto una quantità, seppur minima, di volontà, e la prima fase di un atto di volontà è proprio quella di definire lo scopo. Se ci pensi bene, senza un obiettivo è difficile che ti venga voglia di fare qualcosa. Se, ad esempio, decidi di andare al cinema è perché hai come scopo quello di vedere un determinato film; è improbabile che tu vada al cinema così tanto per fare un giro o per assistere ad una proiezione a caso. Se ti è capitato di fare una cosa simile, probabilmente avevi un altro scopo: stare vicino alla ragazza o al ragazzo che ti piaceva, oppure stare in compagnia di amici e non passare la serata da solo. Sempre e comunque di obiettivo si tratta.

Arrivando al dunque, prima di iniziare a meditare, decidi quale sarà l’oggetto della tua meditazione: potrebbe essere una semplice parola, oppure una breve frase. L’importante è che sia semplice, lineare e che susciti il tuo interesse. Un buon punto di partenza potrebbe essere scegliere una qualità che desideri sviluppare. Supponendo che tu abbia scelto la pace, l’obiettivo potrebbe quindi diventare: voglio essere in pace, oppure scelgo di vivere in pace.

Tarare e attivare il il sistema di allarme

Come forse già sai, un sistema di allarme ha bisogno di essere tarato in base alle necessità: deve avvisarti se qualcosa entra, oppure se qualcosa esce? Quanto sensibile deve essere? Deve attivarsi anche nel caso che ad entrare o ad uscire sia una mosca oppure solo in caso di oggetti di dimensioni pari o superiori a quelle di un gatto?

Ora immagina di mettere al centro della tua mente una bandiera con su scritto il tuo obiettivo o un simbolo che lo rappresenta. Adesso immagina un quadrato di fotocellule, che recintano il campo della tua mente, pronte ad attivarsi non appena qualche intruso tenterà di oltrepassarle. Passa poi a tarare la sensibilità delle fotocellule in modo che si attivino solamente se ad attraversarle sarà un pensiero che non c’entra niente con l’obiettivo scritto sulla bandiera. Nel caso sia scelgo di vivere in pace, il pensiero di un tramezzino al tonno e maionese potrebbe essere, a buon diritto, considerato un intruso. Se stai pensando che il gioco sia facile, forse non stai prendendo in considerazione che spessissimo gli intrusi si travestono da supporter del tuo obiettivo: è possibile infatti che una bandiera della pace, una volta superate le fotocellule, si riveli un insidiosissimo cavallo di troia. Al suo interno potrebbero celarsi una catena di pensieri che, qualora riuscissero ad agganciarti, ti porterebbero lontano anni luce dal tuo obiettivo. Non ne sei convinto? Eccotene una prova:

  • Che belli i colori della bandiera della pace!
  • Mi ricordano tanto un arcobaleno.
  • Ehi, aspetta un attimo! Alla fine dell’arcobaleno forse c’è la pentola d’oro.
  • Ah quanto sarebbe bello trovare una pentola d’oro!
  • Diventerei famosissimo, oltre che ricco.
  • Cosa potrei farci con tutti quei soldi?
  • Sicuramente comprarmi quella cosa che desidero da anni!
  • Ah come mi godrei quel momento.
  • Lo festeggerei…uhm…vediamo…gustandomi un fantastico tramezzino con tonno e maionese!

Giocare a nascondino, variante guardia e ladri

Partiamo con la cattiva notizia: ti tocca contare! Lo so che è molto più bello nascondersi e cercare di farla sotto il naso a chi conta, ma stavolta proprio non puoi farne a meno. La bella notizia è che giochi a fare la guardia, e se, grazie al tuo sistema di allarme, scovi i ladri che tentano di intrufolarsi, potrai prenderli e portarli in prigione, ossia spostarli al di fuori del campo di gioco, contrassegnati in modo da essere respinti automaticamente la prossima volta che tenteranno di fare i furbi! Un’altra bella notizia è che è un gioco a punti: ogni pensiero intruso, ossia un ladro, segna un punto quando arriva a toccare la bandiera del tuo obiettivo e la trasforma, anche se per poco, in qualcos’altro, come ad esempio il famigerato tramezzino al tonno. Se invece tu ti accorgi dell’intruso e lo catturi in tempo segni un punto tu. Ovviamente devi tenere conto dei pensieri che invece nutrono il tuo obiettivo, andando a colorarlo e a rinforzarlo sempre di più: mi raccomando, non metterli in prigione come volgari ladri!

Se hai già giocato con dei videogiochi, saprai che all’inizio sono piuttosto difficili, ma con un po’ di pazienza e di costanza vincere diventa sempre più facile. Potrai quindi, in tempi abbastanza brevi, diventare abilissimo nel proteggere il tuo obiettivo; mano a mano che aumenterai la tua abilità inoltre, la tua fama di super guardia si diffonderà, scoraggiando sempre di più i ladri in circolazione.

Sviluppare il chiaro pensiero

Arrivati a questo livello del gioco i pensieri-ladro si sono rarefatti sempre più mentre il pensiero-obiettivo-bandiera è nitido e dai colori brillanti. In altre parole hai sviluppato un’ottima capacità di concentrazione, indispensabile per meditare in modo corretto. Non male vero?

Ora non ti resta che esplorare a fondo il significato del tuo obiettivo, ossia passare dalla concentrazione alla meditazione. Per fare questo passaggio devi attivare la curiosità e la curiosità, a sua volta, si attiva con le domande. Mai sentito un bambino chiedere Perché?

Nel caso del nostro esempio, potresti domandarti cos’è per te la pace. Lascia arrivare ogni genere di risposta. Non giudicare: niente è giusto o sbagliato. Limitati a rispondere. Ad esempio la pace per te potrebbe essere fare andare tutti quanti d’accordo, oppure sacrificarsi per fare star meglio gli altri. Limitati ad osservare. Lo scopo è di avere ben chiaro cos’è per te il concetto di pace. Solo dopo aver fatto chiarezza potrai mettere in atto delle misure volte a correggere o a potenziare certe credenze o atteggiamenti. Ricordati inoltre che, ad un certo punto, ti sembrerà di non avere più niente da dire riguardo l‘argomento che hai scelto. Non demordere. Continua a porti la stessa domanda. Non importa se ulteriori risposte ci metteranno un po’ ad arrivare. Abbi fiducia, verranno e saranno proprio le più illuminanti. Sii perseverante e verrai premiato.

Come ulteriore approfondimento, ricordati di esplorare, allo stesso modo, tutti gli aspetti del tuo obiettivo.Sempre nel caso di scelgo di vivere in pace, dopo aver sviscerato il concetto di pace, potresti passare al chiederti cosa significhi per te vivere. Infine potresti dedicarti alla scoperta di cosa comporta o cosa vuol dire per te scegliere. Nell’arco di qualche settimana sarai in grado di pensare al tuo scopo in maniera chiara e pulita, oltre ad aver fatto un bel po’ di allenamento per velocizzare i risultati delle successive meditazioni su altre tematiche.

Meditare: avvertenze e modalità d’uso

Sarebbe importante, una volta terminata la sessione di meditazione, che tu ti prendessi un paio di minuti per scrivere su un quaderno le risposte che ti sei dato. Non solo farai ancora più chiarezza, ma potrai tenere traccia di come, con il passare del tempo, il pensiero riguardo al tuo scopo abbia subito delle trasformazioni. Per quanto riguarda invece il tempo da dedicare alla meditazione stessa, direi che una buona regola è: poco e spesso. In termini più concreti potrei dirti cinque/dieci minuti al giorno tutti i giorni. Ricordati però che non siamo tutti uguali; con l’esperienza saprai quanto tempo è giusto per te.

Come avvertenze è necessario che tu faccia attenzione a due insidie: la perdita di coscienza e la noia.

La prima altro non è che il rischio di cadere in un torpore simile al dormiveglia. Se ti dovesse succedere, smetti immediatamente di fare l’esercizio e riprendilo il giorno dopo. Durante la meditazione infatti è necessario mantenersi costantemente vigili1 per non rischiare irruzioni non controllate nel campo di coscienza da parte dell’inconscio inferiore. Per lo stesso motivo, qualora cominciassi ad avere visioni o sentire voci, smetti immediatamente e riprova il giorno successivo. Se il fenomeno dell’irruzione di contenuti estranei nel campo di coscienza dovesse persistere, sospendi per un tempo più lungo. Non sempre è opportuno meditare e non tutti i tipi psicologici sono adatti alla meditazione.

Riguardo la noia, se credi che meditare per troppo tempo su una sola tematica potrebbe rendertene preda, potresti partire individuando quattro obiettivi che ti stanno a cuore e poi svolgere l’esercizio a rotazione, dedicando una settimana a ciascuno degli scopi che ti sei prefissato, così da impostare il lavoro in cicli mensili.

Buon divertimento e buona chiarezza, pellegrino. Alla prossima.


1La sola eccezione è se svolgi l’esercizio alla sera prima di addormentarti con il chiaro intento di sottoporre il seme che hai scelto per la meditazione all’attenzione del tuo inconscio in modo che ci lavori durante la notte. Come al solito è sempre e solo una questione di consapevolezza.

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About Author

Luca Girolimetto

Pratico il Massaggio Sonoro, la Dermoriflessologia, e lo Yoga della Risata. Adoro l’inconscio, che esploro con Sogni, I’Ching e Tarocchi. Studio Psicosintesi.

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